L’assistenza ai bisognosi, alle persone povere, anziani ed incapaci, a Conselve vanta origini assai remote. Ce ne parla un documento datato 1562 che ben descrive la presenza di un ospizio per pellegrini intitolato a S.Maria della Pietà e riservato appunto alla cura e all’assistenza dei pellegrini, dei senza tetto e delle persone non abbienti. Bisogna attendere fino al 1907 perché venga costituita una Commissione, presieduta dal sindaco del paese con l’obiettivo di costruire anche una “Casa di ricovero” progetto nato da un’idea di monsignor Beggiato che doveva completare la costruzione di un ospedale sempre voluto dal monsignore già dal 1900.
La Casa di ricovero perciò, pur funzionando associata all’ospedale per fruire dei servizi e del personale, ha sempre mantenuto l’autonomia amministrativa.
Lo scopo istituzionale era quello del ricovero e dell’assistenza agli anziani inabili, segnalati dai sindaci dei comuni del Mandamento, dai privati o su esplicita richiesta degli interessati stessi.
La permanenza presso la struttura comportava la corresponsione di una retta giornaliera o, nei casi di impossibilità, il versamento di una somma “una tantum”. Al vitto e all’assistenza medica ed infermieristica provvedeva l’Ospedale, tramite il proprio personale coadiuvato dalle suore, fornendo un servizio che la Casa compensava versando una quota giornaliera per ciascun ospite.Alla carica di primo presidente “pro tempore” fu nominato monsignor Francesco Beggiato.
Trascorsero gli anni della due guerre non senza portare grandi difficoltà sia per l’ospedale ed ancora di più per la Casa di Ricovero, spesso ridotti a “vivere alla giornata”.Nel 1941 la Casa di Riposo ospitava circa 35 anziani seguiti da 4 inservienti, mentre all’assistenza religiosa provvedeva il cappellano dell’ospedale.
Certamente il concetto di “Casa di riposo” era lontano dalla concezione attuale; per essere accolti bastava la dichiarazione del sindaco e quella dell’arciprete e la permanenza non seguiva “regole ferree”. Gli autosufficienti uscivano il mattino e tornavano la sera.
Le suore conoscevano le abitudini di ognuno e si regolavano di conseguenza.Nel 1945, ancora prima della fine della guerra, su ordine della prefettura ed in forza delle nuove leggi, gli Amministratori della Casa di riposo apportarono qualche rettifica allo Statuto per stabilire che la nomina dei consiglieri spettava al Consiglio Comunale e, a costoro, l’elezione del presidente.
Dopo 36 anni (1934 – 1970) di gestione unica, su disposizione della nuova legge di riforma ospedaliera, Casa di riposo ed ospedale si divisero in Enti autonomi, ognuno con un suo presidente ed un proprio Consiglio di Amministrazione.
Strutturalmente la storica sede di via Fossalta, costruita per i senza tetto e i diseredati, causa il passare degli anni e la sempre maggiore richiesta di ospitalità, subì varie trasformazioni, ampliamenti, adattamenti e si arricchì, nel 1935, anche di un bell’oratorio dedicato al Crocefisso.
Il 1990 sarà l’anno della partenza delle suore di Maria Bambina, dopo 77 anni di benemerita assistenza ai sofferenti.Il 15.12.1991 venne inaugurata l’attuale struttura nata da un progetto di ristrutturazione e ampliamento relativo agli anni ’70.
Realizzata secondo tecniche d’avanguardia utilizzando la miglior tecnologia, ricercando le soluzioni più funzionali, si è voluto creare una struttura che assomigli all’ambiente famigliare, talvolta migliorandolo.